TroppiAculei

English Version >    He put his hands in my mouth. When he let them out his fingers were red. My mother sat in the corner. I could see her shivering at every movement of my chair. Cause in those moments, that was my chair. The height of the back, the arms, every curve of the stuffing...It was all built just for me.    The mask upon his face and his eyes shining like crystal. The sound of his voice made love with the scalpel that he put inside my mouth. I couldn't see it. I used to close my eyes so that I couldn't even see his face. And then only his sweet, lullabying words and the pain of the cut. My dentist was those two things. The res

Una prugna rinsecchita.    Le ossa le dolgono mentre cerca di alzarsi in piedi. Il fluido amniotico, mescolato con il sangue, forma sul suo corpo una cartina geografica con i continenti rosso-arancione che scivolano verso il basso. Tutto è viscido e ostile. Mucoso al tatto.    Con uno sforzo sovraumano assume una posizione eretta. Spingendo sulle sue gambe rachitiche, il peso del corpo è un qualcosa che fa paura. Addormentarsi di nuovo e perdere una coscienza ancora inesistente ma radicata nella sua carne come nervatura di maiale. Anche questo le fa paura.    Le sue ossa sono pezzi di carbone scagliati in un falò, mentre fa il primo pas

SAY YOU STILL OWN ALL YER DREAMS say you still own all yer dreams calm as they seem such a long time we been trying hard I been looking for ya now you've come where have you gone? do I look like I don't need you now? want you to see that you're just like me stepping in yer dreamings all yer nights when we meet there just for saying "hi" what did I say? your life's thrown in a papercup your dreams inside a photograph keep on dancing, baby star if you see god and heaven smiling true dry yer eyes, the world waits just for you! you better get rid of all the things they're throwing in the things in which they want you to believ

Le donne di Parigi hanno un qualcosa di particolare. Ci si chiedeva, con un mio amico, passeggiando per le vie della città e a volte seduti sui treni della metropolitana, che cosa fosse a renderle così affascinanti e belle con semplicità. Il mio amico tagliava corto dicendo che è il loro portamento, lo stile raffinato che hanno. Una risposta che nasce dal voler porre dei freni alla propria curiosità non mi soddisfa. Troppo semplice, io voglio sapere di preciso cosa le rende così. C'ho pensato, e ci rifletto ancora. Le ipotesi che sono sorte sono varie. La prima, che mi è venuta in mente vedendole camminare nei sotterranei della metro, un

E' buffa la stazione. Ecco, buffa è l'aggettivo giusto. Grande severa e fascista fino al midollo in un borgo di intellettuali radicalchic, il regno dell'Unpolitically correct tra la tolleranza sbandierata dei cartelloni elettorali. Sorrido a un barbone tutto rughe simpatiche e gli regalo le mie Gauloises, il mio meraviglioso bic, qualche moneta. Brr brr, mi vibra la tasca: Sara mi aspetta al solito posto. Caracollo. Hop, le scalette. Hop, CIAO SANTA MARIA NOVELLA! Hop hop hop, far rotolare il trolley sul marciapiede dissestato. Non schiacciare il cane del punkabbestia davanti al PostaMat. Sorridere e via, in uno dei mille pezzi di ferraglia p